
#IoRestoACasa: è questo l’ hashtag che da una settimana rimbalza sui social di un Paese in quarantena. Si tratta dell’ hashtag più diffuso insieme ad #AndràTuttoBene, il motto dei teli con l’arcobaleno appesi ai balconi.
Il Paese è chiuso in casa per rispettare il periodo di fermo causato dal diffondersi del Coronavirus, e anche i brand hanno avviato iniziative a sostegno.
Quando infatti sono stati annunciati i decreti governativi per contenere il Coronavirus, di fatto l’inizio della quarantena per l’intera penisola, non è stato più possibile ignorare la situazione. La comunicazione delle aziende è cambiata: se inizialmente si è pensato più a dare informazioni ai clienti, quando è arrivato lo stop ufficiale, i brand hanno dovuto compiere un ulteriore passo. E se qualcuno aveva già deciso di muoversi in autonomia, con l’inizio della quarantena sono partite una serie di iniziative.
Sia per sensibilizzare le persone attraverso l’hashtag #iorestoacasa, sia per lanciare campagne che fidelizzeranno i clienti e cresceranno quelli del dopo quarantena.
Al di là dell’adesione a una causa comune insomma, la condivisione del messaggio è divenuta anche un modo per inserirsi nella narrazione collettiva: fare storytelling e promuoversi.
Come? Attraverso un copy brillante ma che non banalizzasse la quarantena, oppure dando la possibilità agli utenti di fruire di propri contenuti gratuitamente.
Tutti i brand hanno adottato la strada dell’ empatia, scegliendo un linguaggio semplice e dandogli consigli su come affrontare questi giorni: raccontando sì la propria azienda, ma soprattutto dimostrandosi vicini all’ utente.
#IORESTOACASA: dagli influencer alla Lonely Planet
Webstar e vip televisivi hanno sposato in maniera massiccia l’hashtag #iorestoacasa; sono comparse stories di influencer come Fabio Rovazzi e Benedetta Rossi sponsorizzate “in collaborazione con il Ministero dell’Interno”. Fedez e Chiara Ferragni ne hanno fatto una causa personale, aprendo la via a campagne di donazione milionarie.

Ma i brand? Su tutte, da segnalare l’iniziativa di Lonely Planet, che ha deciso di scrivere una delle sue famose guide ad hoc. Solo che la guida, stavolta, è su una meta ben precisa: la casa.
Il copy è di sicuro effetto: “Arrampicatevi sulle Divano Mountains, tuffatevi nell’impetuosa Doccia Gelata e provate lo street food di Quelcherestainfrigo. È ora di godervi un luogo magico come non avete mai fatto prima: è ora di stare a casa”. Nemmeno a dirlo, un’idea tanto semplice quanto originale, è stata condivisa in massa.
Alla guida della casa poi, Lonely Planet ha poi affiancato “Viaggiare in poltrona”: suggerimenti di film, libri e musiche per “viaggiare” mentre #iorestoacasa.
I contenuti free
Sempre pensando alla quarantena, alcune testate hanno pensato a un periodo di lettura gratis.
La Repubblica e La Stampa hanno messo a disposizione 3 mesi di contenuti free, consapevoli che l’informazione è fondamentale in questo periodo. Un bene di prima necessità, appunto. Dopo qualche giorno, anche Avvenire ha annunciato la lettura gratis degli articoli in rete.
Ancora, sempre sull’onda dell’ #iorestoacasa: Mondadori offre e-book gratuiti, Infinity due mesi di prova gratuita, TIM giga illimitati.
Anche su Amazon sono disponibili e-book gratis: tra i titoli, qualche classico, tanto fantasy e thriller contemporanei.
Tra i fumetti invece, iniziativa analoga per la casa editrice Shockdom; la Feltrinelli Comics invece, rilascia due titoli gratuiti a settimana.
A dare l’inizio alle danze, era stato Amazon Prime che aveva aperto il proprio catalogo per la prima zona rossa d’Italia, quella di Codogno.
All’ indomani dell’annuncio di Conte, PornHub aveva subito aperto la sezione Premium; il colosso del porno inoltre, ha deciso di devolvere la propria percentuale di incassi del mese di marzo della piattaforma Modelhub per aiutare l’Italia.
Capitolo a parte, la formazione. Sempre pensando al tempo da impiegare nei giorni di quarantena
Webinar e formazione online abbondano, preparando il terreno per corsi online e formazione in aula a data da rimandarsi.
Persino una multinazionale come Facebook ha messo a disposizione una sezione su “Come comportarsi e sviluppare la resilienza durante l’epidemia di COVID-19”, predisponendo inoltre lo stop alle pubblicità delle mascherine per evitare sciacallaggi. Google invece, ha regalato G Suite for education alle scuole italiane
In tutti questi casi, siamo davanti a un mix di etica e promozione del brand: da un lato il sostegno ai cittadini, dall’altro un brand che non rimane indifferente all’ emergenza. Un brand che, in futuro, ne uscirà con un’immagine rafforzata grazie alla sua capacità di condividere contenuti.

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